Fisiocritici: 1691-1929 (2024)
Fisiocritici
1691-1929
Le pagine che seguono hanno sicuramente il merito di aprire scenari inediti nell'illustrazione della vicenda storica dei Fisiocritici: ripercorrono infatti i momenti che ne hanno segnato la nascita dopo la soppressione degli Investiganti napoletani e dopo l'intervento della mano protettiva granducale nel caso del Cimento fiorentino, fino al finora poco trattato Novecento e al ventennio fascista, transitando attraverso secoli che hanno caratterizzato la costante e qualificata presenza fisiocritica all'interno della diffusione europea della corrente illuminista e inserendosi in seguito nel pieno dell'impostazione positivista dell'Ottocento, partecipando con cognizione di impegno alla diffusione della cultura scientifica in tutti i campi, agli aneliti unitari costituiti dai Congressi degli Scienziati italiani, alle prime sperimentazioni agrarie toscane seguite attraverso un'attiva Sezione Agraria fino ed oltre alle pioneristiche campagne igieniste e all'internazionalizzazione consapevole della ricerca.
Si tratta di prospettive storiografiche finora bibliograficamente poco praticate in una bibliografia accademica pur agguerrita e affollata, che, guardando con attenzione alla successione degli ascritti, alla loro provenienza e specializzazione e ai ruoli ricoperti all'interno dell'istituzione, contribuiscono a definire un quadro di straordinaria continuità e di riconosciuta laboriosità di un'istituzione operosa e di prestigio, pescando a piene mani in quell'invidiabile serbatoio documentario e di conoscenza costituito dall'Archivio Storico dell'Accademia.
Il volume infatti si basa e fa riferimento a molte serie dell'Archivio: dal Carteggio alle Memorie, fino alle Deliberazioni, ai Concorsi e premi, ai Verbali (dell'Assemblea Generale, del Consiglio Direttivo, della Classe di Scienze morali e di quella delle Scienze fisiche) e anche ai molteplici tentativi dei segretari dell'Accademia, il più delle volte andati a vuoto, di ricostruire analiticamente fra Otto e Novecento i ruoli dei soci dell'Accademia. Ma il volume guarda anche alla successione degli "Atti" accademici, il periodico nato nel 1761 e ancora oggi attivo, sia pure con un altro titolo, esempio di un contributo consapevole non solo di carattere scientifico, allargato ‒ così come l'Accademia stessa ‒ anche ai progressi delle discipline umanistiche e ai suoi protagonisti fra Sette e Novecento.
Non mancano sorprese in quest'ultimo senso. Ad onta delle molte citazioni di prestigiosi uomini di scienza passati nella bibliografia fisiocritica come fiori all'occhiello dell'istituzione e della sua fama anche fuori dai confini italiani, accademici Fisiocritici ordinari e corripondenti furono, fra gli altri, anche poeti come Pietro Metastasio, Bernardino Perfetti, la napoletana Maria Angiola Ardinghelli (prima donna associata all'Accademia) e Giosuè Carducci, artisti come Luigi Mussini e Tito Sarrocchi, filosofi come Giovanni Domenico Romagnosi, giuristi come Cesare Beccaria, saggisti come Francesco Algarotti, eruditi come Antonio Magliabechi, Paolo Segneri, Guido Grandi, letterati come Carlo Denina e un grecista come Anton Maria Salvini. Laici e clericali, esponenti comunque di un mondo certo lontano dalla vocazione esclusivamente scientifica delle origini dell'istituzione ma entrati quasi fatalmente nell'ottica di un sodalizio che ha saputo guardare fin dai suoi primi passi e anche attraverso la successiva creazione ottocentesca di una Classe di Scienze morali al di là dell'esclusivo interesse scientifico delle origini per aprirsi ai contributi di una cultura italiana ed europea tout-court.
Senza dimenticare con questo che l'interesse verso la sperimentazione scientifica, la partecipazione al confronto teorico e il dibattito sulle nuove frontiere della ricerca nei diversi campi dello scibile ha costituito un carattere di invidiabile continuità che in Accademia non si è mai spento, nonostante le difficoltà frapposte dal sentito impegno risorgimentalistico nazionale, da due guerre mondiali, dalla sottovalutazione e dalle difficoltà alla vita stessa delle accademie decise dal regime fascista, non ultime le epurazioni volute dalle leggi razziali del 1938.
Va dato atto ai protagonisti della lunga e prestigiosa vicenda dell'Accademia dei Fisiocritici che ritroviamo in questo volume di aver alimentato con costanza e impegno una vicenda fatta di coesione e di utile spirito di confronto, sempre ispirato ai princìpi dettati dai fondatori nel 1691.
«L'oggetto principale di quest'Accademia ‒ ricordava con orgoglio agli inizi del secolo XIX il segretario dell'Accademia Massimiliano Ricca ‒ fu di promuovere gli studi delle cose naturali con quella nobile e saggia libertà di ricerche e di osservazioni che non sa arrestarsi». E forse non è un caso che tra i Fisiocritici si ritrovi fra i soci corrispondenti quella Mary Somerville, matematica e astronoma scozzese, per la quale, recensendo un suo volume, fu usato per la prima volta nel 1834 il termine "scienziato".
Giuseppe Manganelli
Presidente dell'Accademia dei Fisiocritici
Mario De Gregorio
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Ministero della Cultura, Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali