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ENRICO BOVALINI
ENRICO FERMI
e il loro manoscritto di Chimica fisica
ritrovato oggi a cento anni di distanza
In presenza in aula magna Accademia
e in diretta sul canale YouTube Fisiocritici Siena
Perché fa notizia un manoscritto ritrovato casualmente costituito da appunti di Chimica fisica di due studenti di un secolo fa? Per tre motivi: perché dei due studenti in seguito se ne sarebbe molto sentito parlare; perché non si sapeva che fossero stati compagni di corso e perché si è così scoperto che questi riproducevano i loro appunti presi alle lezioni del professore per poi rivenderli ai compagni, secondo quanto scritto da Fermi in una sua lettera.
In comune, oltre al corso universitario a Pisa, avevano pure il nome di battesimo: l’uno, Enrico Bovalini (1900-1977), diventerà docente di Chimica all’Accademia Navale di Livorno e avrà incarichi anche alle Università di Pisa e poi di Siena dove sarà Direttore dell’Istituto di Chimica Generale; l’altro, Enrico Fermi (1901-1954), riceverà il premio Nobel per la Fisica nel 1938 e saranno legati al suo nome il fermio, il fermi, e i fermioni, rispettivamente un elemento della tavola periodica, una unità di misura delle lunghezze tipiche della fisica nucleare e una delle due categorie in cui le particelle vengono suddivise in base alla statistica quantistica cui rispondono.
Alla conferenza interviene l’autore del ritrovamento del volume avvenuto presso l’Accademia delle Scienze detta dei XL di Roma, docenti dell’Università di Siena allievi e colleghi di Enrico Bovalini e la figlia Lucia.